A breve saranno due anni che non si fa altro che parlare della pandemia, del Covid, di ospedali e terapie intensive, vaccini ecc.
Questa situazione porta con sé anche tutta una serie di problematiche e conseguenze correlate, alle quali necessariamente si deve prestare attenzione e vorremmo riflettere insieme con voi su alcuni temi importanti per tutti.
Divari sempre più accentuati
Tra gli aspetti più evidenti che emergono da questa situazione, c’è quello dell’aumento delle divisioni e dei “divari” sia all’interno di ogni singola nazione che tra le nazioni: in alcune società, i rapidi progressi in materia di vaccinazione, i passi avanti nella digitalizzazione e il ritorno ai tassi di crescita pre-pandemia preannunciano prospettive migliori per il 2022 e oltre. Altri paesi, invece, potrebbero essere appesantiti per anni dalle difficoltà interne relative alle campagne vaccinali, far fronte allo sviluppo digitale e trovare nuove fonti di crescita economica. L’aumento delle disparità all’interno e tra i paesi non solo renderà più difficile controllare gli effetti della pandemia, ma rischierà anche di bloccare, se non di invertire, l’azione congiunta che i paesi dovrebbero mettere in atto contro le altre minacce che il mondo non può permettersi di ignorare.
Una pandemia economica e sociale
Interruzioni della catena di approvvigionamento, aumento delle materie prime, difficoltà nei trasporti delle merci e delle persone, inflazione, debito, divari del mercato del lavoro, protezionismo economico e disparità educative fanno navigare l’economia mondiale in acque agitate che richiedono interventi importanti per ripristinare la coesione sociale, aumentare l’occupazione e prosperare.
All’inizio del 2022, il COVID-19 e le sue conseguenze economiche e sociali continuano a rappresentare una minaccia fondamentale per il mondo. Le disuguaglianze nella ripresa economica irregolare tra nazioni, rischiano di aggravare le fratture sociali e tensioni geopolitiche.
Queste difficoltà stanno ostacolando la visibilità di altre sfide emergenti, che includono i progetti per limitare o contrastare la transizione climatica, l’aumento delle vulnerabilità informatiche, le maggiori barriere alla mobilità internazionale, solo per fare alcuni esempi.
Global Risks Report 2022: attenzione al clima e alle crisi sociali
Quanto detto finora trova una definitiva conferma nel report che il World Economic Forum ha pubblicato ai primi di gennaio nella sua diciassettesima edizione. Il report, cui hanno contribuito 1.000 leader, è basato sul sondaggio condotto tra esperti e decision-maker dei vari settori dell’economia globale sulla percezione dei rischi a livello internazionale (per 124 paesi). I rischi attesi dagli esperti mondiali riguardano in primo luogo l’ambiente naturale e il clima, ma assumono rilievo crescente le criticità legate ad aspetti sociali che per diverse ragioni risentono di minacce esterne.
Difatti i rischi nel breve termine (due anni) vedono prevalere ai primi posti le diverse manifestazioni del disagio sociale correlate alle difficoltà determinate dalla pandemia e dalla crisi economica di cui abbiamo parlato sopra. Sotto alla prima voce della lista, gli eventi meteo estremi, si collocano infatti le crisi legate al sostentamento delle persone, il fallimento delle azioni per il contenimento del cambiamento climatico, l’erosione della coesione sociale, le malattie infettive, il deterioramento della salute mentale.
Per quanto riguarda i rischi a medio termine (cinque anni) invece, gli esperti prevedono un’attenuazione delle crisi sociali e un maggiore rischio legato alle politiche fallimentari sul clima e agli eventi meteo estremi.
Infine nel lungo periodo (10 anni), i rischi più rilevanti evidenziati dal sondaggio, sono di natura ambientale.
Dunque cinque dei dieci rischi globali percepiti sono legati al clima. Un sondaggio su 10.000 persone di età compresa tra i 16 ei 25 anni sottolinea quella che viene chiamata “ansia climatica”, con il 75% degli intervistati che descrive il futuro come “spaventoso”.
Voi avete questa stessa percezione? Scrivetecelo nei commenti.
Tuttavia, abbiamo già evidenziato che non si può parlare di una transizione ecologica, senza pensare alle imponenti ricadute.
La transizione ecologica ci pone di fronte a tre problemi uno concatenato all’altro: il primo riguarda l’inflazione dovuta all’aumento del gas; il secondo è l’impatto sulla povertà energetica e sui costi delle imprese; il terzo riguarda l’emergenza climatica che ci impone di ridurre le emissioni.
Cosa possiamo fare noi
I leader mondiali devono unire le forze e adottare un approccio coordinato per affrontare queste sfide globali, questo è certo, ma noi, singolarmente, possiamo fare qualcosa?
“Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno.”
Madre Teresa di Calcutta
Sicuramente dobbiamo avere un approccio critico e consapevole rispetto al problema.
Possiamo risparmiare, possiamo contenere i nostri consumi energetici con pratiche piu’ sostenibili, aumentare la nostra consapevolezza e responsabilità di fronte alle questioni anche di tutti i giorni. Lo abbiamo evidenziato più volte nei nostri articoli, affrontando queste tematiche sotto più punti di vista.
Ma ci spingiamo un po’ più in là, sostenendo che ognuno di noi può valutare di acquistare prodotti che seppur un po’ più costosi ci possono dare benefici a lungo termine evidenti non solo per la nostra qualità della vita personale ma anche per le ripercussioni ambientali che hanno.
Ad esempio: i Filtri al Plasma aira, non solo durano almeno quanto la vita della nostra cappa domestica, hanno irrisori consumi energetici, non richiedono manutenzione, ma l’aspetto fondamentale è che ci fanno risparmiare in costi di riscaldamento e raffreddamento perché non dirigono l’aria all’esterno come accade con le normali cappe aspiranti che attraverso una canna fumaria disperdono anche tutto il calore (o l’aria raffrescata) prodotto dall’impianto termico domestico.
Al contrario i filtri al Plasma permettono il completo ricircolo dell’aria che viene purificata fino al 99% da odori, fumo di sigaretta, virus e batteri. Aprire la finestra per cambiare l’aria in cucina non sarà più necessario!
Un altro prodotto utile all’ambiente è SmartCara, l’essiccatore domestico di rifiuti organici: trasforma i nostri scarti di cucina in un ricco ammendante per piante e fiori, diminuisce l’emissione di anidride carbonica a più livelli e aiuta a preservare la qualità del suolo.
Pensiamo un po’ se tutti trattassimo direttamente a casa nostra i rifiuti umidi quanto inquinamento ed emissioni di CO2 avremmo in meno?
Sapete quanti camion e per quanto tempo in un anno, girano di casa in casa a raccogliere i nostri rifiuti?
In Europa vengono prodotti 220 milioni di tonnellate di rifiuti all’anno ed oltre il 60% è rappresentato dai rifiuti organici. Ancora 54 milioni di tonnellate vengono collocati in discarica!
Dunque, siamo sicuri di non poter fare proprio nulla?
Acquistando questi prodotti, pensati non solo per noi ma anche per migliorare la condizione ambientale, diamo un concreto contributo affinché tante gocce, che da sole sono piccole, insieme fanno il mare!
Cosa ne pensate? Scrivetecelo nei commenti!
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A presto!