Ieri abbiamo celebrato la Pasqua, di cui abbiamo parlato nell’articolo di settimana scorsa. Una festa di rinascita, che al di là della fede di ciascuno, ci ha fatto riflettere sull’importanza di “piantare” in noi il seme della speranza di un cambiamento a livello personale e globale.
Quando parliamo di seme a livello personale, ci piace portare come esempio la pratica dello yoga nidra, secondo la quale esiste il Sankalpa, il seme del cambiamento, che può diventare il nostro strumento di realizzazione. Il Sankalpa (che in sanscrito significa “intenzione”) secondo questa disciplina, è un seme che piantiamo nel terreno fertile della nostra mente e poi innaffiamo con cura essendo certi che, anche se esteriormente non vediamo nulla (almeno nella fase iniziale), continuando a curarlo con costanza, amore e dedizione, lo vedremo germogliare.
Quando invece ci riferiamo al mondo che ci circonda, pensiamo ai semi e necessariamente alla biodiversità alimentare, ovvero tutte quelle risorse genetiche che costituiscono la base biologica per l’agricoltura e l’allevamento per il nostro sostentamento presente e futuro.
Purtroppo oggi questa diversità di forme di vita, è sempre più minacciata e rischia di assottigliarsi con gravi conseguenze per tutta l’ umanità. Attualmente infatti le varietà coltivate si riducono a poche decine di ibridi, creati per venire incontro alle necessità dell’agricoltura intensiva per la quale sono molto importanti il risultato quantitativo e la regolarità della produzione. Questo tipo di agricoltura ha fatto scomparire la coltivazione delle sementi “antiche”, sostituendole con gli incroci “moderni” più adatti per sopportare i trattamenti chimici e gli standard della produzione su larga scala.
Ma se scompare la biodiversità, che cosa accade al nostro cibo?
Insieme alle piante e agli animali selvatici, scompaiono le piante domesticate dall’uomo, le razze da latte e da carne selezionate da lui. Secondo la Fao, il 75% delle varietà vegetali è perso. Non stupiamoci quindi se oggi il 60% dell’alimentazione mondiale si basa solo su 3 cereali: grano, riso e mais e non più sulle migliaia di varietà di riso selezionate dagli agricoltori che un tempo si coltivavano in India e Cina, per fare un esempio.
Dunque la biodiversità è fondamentale e va salvata per il futuro del nostro Pianeta: per fare un nome Slow Food per tutelarla, porta avanti progetti come l’Arca del Gusto, che raccoglie specie vegetali e animali trasformati in formaggi, salumi e pani che appartengono alla cultura e alle tradizioni delle comunità di tutto il mondo.
La sopravvivenza del nostro patrimonio naturale è messa a dura prova anche dalla scarsità idrica e dal cambiamento climatico, ma laddove queste specie rischiano di estinguersi, c’è una speranza, o meglio un posto dove non vanno perse per sempre. E’ proprio così, esiste un luogo dove la biodiversità è salvaguardata: si tratta del Svalbard Global Seed Vault, un deposito sotterraneo che custodisce la più grande varietà possibile di sementi provenienti da ogni parte della Terra, con l’obiettivo di difendere e preservare il nostro patrimonio agricolo da qualsiasi minaccia e catastrofe, che sia naturale o umana.
La banca mondiale dei semi, situata in Norvegia nelle Isole Svalbard, che contiene la più grande collezione al mondo di biodiversità agricola, è nata per l’appunto per salvaguardare la biodiversità. Questa cassaforte, costruita per resistere praticamente a tutto, ospita 860 mila varietà di semi, conservati in pacchetti di quattro strati e sigillati termicamente per essere protetti dall’umidità. Incasellati in depositi di roccia a 130 metri di profondità e conservati a una temperatura di 18 gradi sotto zero, si trovano in tre grotte sotterranee che accolgono il ‘backup della biodiversità’, al riparo dallo scioglimento dei ghiacciai e anche dai guasti agli impianti che fanno funzionare la struttura: grazie al permafrost, il terreno perennemente ghiacciato tipico delle regioni polari, il deposito mantiene una temperatura rigida e costante. Questo Centro è il più vasto a livello mondiale: nato per ospitare fino a 4 milioni di diverse sementi, è caratterizzato da una costruzione che si sviluppa sottoterra con tre sale da 27 metri di lunghezza, 10 di larghezza e 6 di altezza, all’interno di una montagna di arenaria.
Sembra fantascienza, vero? Eppure è realtà, lo si può vedere con i propri occhi organizzando
un viaggio nelle Isole Svalbard 😀: sicuramente il Seed Vault rappresenta un’attrazione da non perdere (solo da fuori perché le visite all’interno non sono consentite).
Tornando con i piedi per terra, ricordiamoci che sulla terra si pensa esistano circa 1.500.000 tipi differenti di semi di raccolti alimentari: non è incredibile? Lo sapevate?
Qualsiasi siano quelli che usate per diversi scopi, in primis la cucina – pensiamo ai semi di girasole, di lino, di sesamo e di chia) – ricordiamoci che utilizzando SmartCara, possiamo trasformarli, insieme al resto degli scarti di cibo, in un’ottima risorsa per le nostre piante, i nostri orti e la nostra terra!
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Nell’attesa della giornata internazionale della biodiversità del 22 Maggio…
Buona Pasquetta e a presto!